La nostra redazione ha incontrato il portacolori del VC Mendrisio U23, dalle sue parole traspare una grande sensibilità verso la vita
Ivan, per prima cosa presentati ai nostri lettori
Buongiorno a tutti, mi chiamo Ivangabriel Petrogalli e sono nato il 7 maggio 2002 a Mendrisio, attualmente sto svolgendo uno stage nel settore amministrativo per concludere la mia formazione scolastica e ottenere il diploma e la maturità.
Ho iniziato a praticare ciclismo all’età di undici anni tra le file del Velo Club Mendrisio, squadra dove milito tuttora.
Ho di verse passioni al di fuori del ciclismo, amo stare in mezzo alla natura e andare in montagna a fare trekking impegnativi e in futuro quando avrò le competenze necessarie vorrei fare anche un po’ di alpinismo. Nel tempo libero colgo subito l’occasione per andare a fare una passeggiata e godermi i silenzi del bosco o per andare a gustarmi un tramonto tra le cime a panettone del Mendrisiotto. Mi piace lo sci di fondo e gli sport legati al mondo della montagna. Amo la musica dalla A alla Z (passione trasmessa da mio padre musicista) apprezzo tutti i generi musicali ad eccezione della trap e del Regetton. Mi capita di passare da Franco Battiato a Jean Michelle Jarre fino ad arrivare ad ascoltare Marylin Manson e gli Slipknot. Il mio genere preferito però è la musica elettronica, a partire dagli anni 70 fino ai giorni nostri. Amo trascorrere del tempo con le poche persone che porto nel cuore riuscendo a condividere le mie passioni con loro. Quando sono ispirato leggo molti libri e talvolta mi capita anche di scrivere delle storie e delle riflessioni personali. Sono una persona molto positiva con il passare del tempo ho imparato a guardare il bicchiere mezzo pieno anche quando le cose non vanno come avrei voluto.
Il tratto principale del tuo carattere?
Sono molto riflessivo e sono piuttosto un sognatore, mi piace passare del tempo ad ascoltare musica e a pensare, fare i miei ragionamenti e trarre le mie conclusioni. Tante volte questo mio essere così riflessivo mi porta a essere molto selettivo con le persone, dunque tendo a chiudermi e a diventare meno estroverso.
Il tuo sogno di felicità?
Il mio sogno di felicità è riuscire a realizzarmi come persona e avere il tempo per poter vivere la vita a pieno, riuscendo a coltivare le mie passioni e riuscire a sfruttare tutte le opportunità che mi si presentano. Un giorno mi piacerebbe crearmi una famiglia e andare a vivere con loro in qualche posto dove poter stare a contatto con la natura, dove i bambini passino ancora le giornate a giocare all’aria aperta invece di stare ipnotizzati davanti a qualche giochino elettronico e dove le persone abbiano la capacità di apprezzare e di stupirsi con i piccoli gesti e le semplici cose che la quotidianità ci offre.
C’è una figura sportiva che ammiri in modo particolare e perché?
Alex Zanardi, perché non ha mai mollato. E tutt’ora sta continuando a lottare.
Il corridore di bici a cui ti ispiri?
Ne ho due in realtà, Stefan Kueng e Filippo Ganna, mi ispiro a loro perché mi affascinano e secondo me sono veri e propri “swattatori seriali”, un po’ mi rispecchio nel loro modo di correre e poi per caratteristiche fisiche (essendo alto quasi 1.95m e pesando più di 80kg)
La corsa che vorresti vincere?
Se un giorno dovessi diventare prof il mio sogno sarebbe vincere una classica del nord o un mondiale a crono.
Quali obiettivi hai per il futuro e per la tua carriera?
Non mi piace pormi degli obbiettivi così a lungo termine, bisogna porsi degli obiettivi a breve medio termine raggiungibili così da poter sempre alzare l’asticella e avere nuovi stimoli per poter far meglio.
Per quest’anno i miei obiettivi sono quelli di cercare di fare più esperienza possibile nella categoria u23, riuscire ad aiutare i miei compagni e riuscire a crescere come atleta e come persona.
Ho la fortuna di avere in squadra alcuni degli atleti più forti nella categoria u23, cerco sempre di “rubare il mestiere” cercando di assorbire e imparare il più possibile, sono sempre pronto a mettermi a disposizione per i miei compagni per contribuire a un importante risultato di squadra. Un altro obiettivo che mi sono posto quest’anno è quello di riuscire a togliermi delle soddisfazioni a livello personale nelle corse nelle “mie corde”, sono consapevole delle mie capacità so di poter far bene in determinate gare , adesso bisogna solo riuscire a concretizzare il duro lavoro e i tanti sacrifici svolti negli ultimi mesi con qualche risultato.
Se fossi un supereroe sarei?
Non sono mai stato un amante dei supereroi, anzi non mi sono mai piaciuti. Però se si può definire un supereroe da piccolo ero un fan di “UFO Robot Goldrake”.
Il tuo libro preferito?
Mah in verità devo dire che non ho un libro preferito, ne ho due che ho letto nell’ultimo periodo che mi sono piaciuti molto: uno è “AHIA” di Riccardo Zanotti parla di una storia d’amore abbastanza contorta, mentre l’altro è “L’ultimo sorso vita di celio” di Mauro Corona (l mio autore preferito) e parla della biografia di un personaggio inventato di nome Celio: Bevitore, rocciatore, scultore e maestro di vita.
Quel che detesti più di tutto?
La superficialità, la falsità nella società in cui viviamo e la mancanza di personalità e di carisma nelle persone.
Da grande Ivan sarà?
Non lo so ancora… chi lo sa…forse un ciclista…forse uno psicoterapeuta o un ingegnere forestale…
Prendo la vita minuto per minuto non mi piace fare troppi programmi, sicuramente la scelta di quel che vorrò diventare sarà fatta con il cuore. Per il momento mi concentro sulle mie passioni e a concludere la mia formazione poi sarà “la pancia “a indicarmi la strada da percorrere.
Ivan per concludere, il tuo motto?
Ogni impedimento è giovamento.
Scrive Michele Alippi (Press office Ticino Cycling)